Fiori di Bach, il rimedio per i mali del terzo millennio.

È dimostrato! Buona parte dei mali che ci affliggono hanno un’origine psicosomatica.
Ecco come stare meglio grazie ai Fiori di Bach!

Uno stile di vita sempre più complesso, ritmi sempre più lontani dalla nostra fisiologia, stress, ansia da prestazione, precarietà, modelli e stereotipi irraggiungibili sono un micidiale cocktail di infelicità.

Scopri come la semplicità e l’intelligenza della natura possono aiutarti a vivere in modo equilibrato e quieto anche tra gli impegni della tua vita quotidiana.

«Si genera separazione tra personalità ed essenza ogni qualvolta la parte di noi che mostriamo al mondo si allontana dalla vera natura interiore; quando ciò accade la personalità, anziché lasciar trasparire l’essenza, manifesta in modo distorto i suoi talenti.

L’egoismo, il rancore, la gelosia, sono esempi di separazione tra essenza e personalità capaci di danneggiare chi li esprime e chi li riceve come parti inscindibili della medesima unità.»
E. Bach

 

Chi è il dott. Bach?

Edward Bach è un medico, laureatosi nel 1912 a Londra.

Lavorando in ospedale si rende conto di come la medicina tradizionale consideri i pazienti più come portatori di dolori e malattie da debellare piuttosto che come esseri umani bisognosi di cure. 

Per questo motivo, seguendo la propria vocazione per la ricerca della causa primaria generatrice della malattia, lascia il lavoro ospedaliero per dedicarsi all’immunologia.

Scopre così che nell’intestino di malati cronici sono presenti dei batteri assenti nei soggetti sani e utilizza questi batteri per preparare rimedi da iniettare (vaccini).

Nel 1917, mentre la sua carriera decolla grazie ai successi ottenuti dalla preparazione di particolari vaccini per l’intossicazione intestinale nei malati cronici, gli viene diagnosticato un tumore terminale. Edward Bach da quel momento si dedica anima e corpo alla ricerca, desideroso di lasciare qualcosa di utile all’umanità.

Studia l’omeopatia e riesce nella preparazione di ulteriori vaccini detti ‘nosodi’, da utilizzare per via orale, con i quali ottiene molti successi.

Inizia a studiare la relazione esistente tra le malattie croniche e l’atteggiamento nei confronti della vita: divide i batteri che causano le malattie in sette gruppi ai quali collega determinate caratteristiche personali.

La sua popolarità aumenta e, i suoi nosodi spopolano ma cominciano a mostrare dei limiti. 

La sua ricerca si estende all’energia curatrice di alcune piante ed erbe.

Per approfondire e verificare questa sua intuizione nel 1928 torna nel Galles e, passeggiando per le campagne, raccoglie i primi due rimedi floreali, Mimulus e Impatiens, sperimentandoli sotto forma di nosodi e accorgendosi che danno buoni risultati ma solo su determinati soggetti con simili attitudini comportamentali riconducibili al “comportamento” dei fiori stessi.

Ed è solo continuando la sua ricerca che il dott. Bach arriva al completamento del suo lavoro individuando ben 38 rimedi floreali per 38 tipologie umane corrispondenti.

Guarisci il tuo animo … guarirai te stesso

Ribaltando il punto di vista, ecco che la malattia smette di essere una “maledizione”, un evento di sofferenza legato alla limitatezza del nostro organismo e diventa un messaggio, il segnale di un equilibrio perduto … la sfida non è più vincere la malattia ma comprenderne il messaggio e modificare il proprio comportamento nei confronti della vita.

«La malattia, apparentemente così crudele, è in se stessa benefica e per noi proficua perché, se la interpretiamo correttamente, ci mostrerà i difetti essenziali, li migliorerà e ci lascerà migliori.»
E. Bach

I 38 fiori di Bach e i 7 atteggiamenti nella vita

I 38 rimedi floreali furono riuniti da Edward Bach in sette gruppi e ad ognuno di questi corrisponde un determinato modo di affrontare la vita e sono: 

  • la paura
  • l’incertezza
  • l’insufficiente interesse per il presente
  • la solitudine
  • l’ipersensibilità alle influenze e alle idee
  • lo scoraggiamento e la disperazione,
  • la preoccupazione eccessiva per il benessere degli altri.

La voce di chi li ha utilizzati

Un bimbo perduto. Marta ha 35 anni e da quattro ha problemi di sonno (insonnia, incubi, risvegli frequenti e spaventosi, ipersudorazioni notturne) nonostante l’assunzione quotidiana di un ansiolitico. 

Sette anni prima, in un incidente automobilistico, aveva perso il figlio che da nove mesi portava in grembo. 

Non avendo sollievo dalla farmacologia decide, su consiglio di un’amica, di rivolgersi ad un naturopata e floriterapeuta che la sottopone ad un particolare test muscolare per la selezione dei fiori di Bach.

Risulta utile l’assunzione di 1 goccia al giorno del rimedio floreale “Holly” da prendere puro per cinque giorni sotto la lingua, 5 gocce di “Beech” in olio di iperico da massaggiare sul corpo e 4 gocce di “Rescue Remedy” in un bicchiere d’acqua prima di dormire. 

Dopo sole 2 settimane, Marta ha ripreso a dormire tranquillamente e nel giro di pochi mesi ha interrotto spontaneamente la dipendenza dallo psicofarmaco.

I fiori di Bach lavorano sulla parte più sottile, profonda e potente di noi, aiuta la personalità a riconnettersi con l’essenza e ci riporta verso l’unità perduta che è l’espressione della salute e del vitalismo.

 

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