Medita. Quante ragioni ti servono ancora?
Si è concluso il periodo in cui, meditare era un’attività da new age o da nostalgici figli dei fiori.
Ci abbiamo impiegato un po’ è vero ma ora, finalmente lo abbiamo capito anche noi: meditare fa bene alla salute!
Oggi, nella Silicon Valley (patria di Apple e Google) tutti i più grandi manager, informatici e creativi dedicano ogni giorno del tempo alla meditazione.
Ne hanno sperimentato gli effetti migliorativi sia dal punto di vista salutistico che lavorativo.
Un altro termine molto in voga di questi tempi, utilizzato per avvicinare le persone alla meditazione è la parola “mindfullness”. Cambia il nome ma non la sostanza.
Meditare non fa per me.
Magari anche tu lo hai pensato o detto. Magari ci hai anche provato, ma senza grande soddisfazione.
C’è una cosa che devi assolutamente sapere: meditare è difficile.
Forse ti hanno detto che basta chiudere gli occhi perché tutto accada ed essere subito travolti da un senso di pace e di equilibrio … beh, ovvio che non sia stata un’esperienza soddisfacente.
È come pensare che basti entrare in una palestra per avere da subito un fisico sodo, scolpito e in perfetta forma senza spendere una goccia di sudore e un po’ di fatica. Potresti mai credere che funzioni così?
Immobilità, respiro e osservazione.
Questi sono i primi tre pilastri con i quali occorre fare i conti.
Immobilità del corpo – Quando provi a meditare la prima cosa di cui ti puoi accorgere è che il corpo non sta fermo, è fuori dal tuo controllo: una grattatina di qua, una mano che si muove di là, la schiena che si accascia su se stessa, la deglutizione … una moltitudine di movimenti automatici, micro tensioni che impediscono l’immobilità.
Nella meditazione l’immobilità del corpo gioca una ruolo fondamentale: se il corpo non è rilassato come potrà esserlo la tua mente?
Corpo e mente abitano la stessa casa, ma controllare il corpo per il meditante principiante è decisamente più semplice, che tentare di “arrestare il pensiero”.
Respiro – Una volta che hai trovato una posizione comoda per poter meditare e stai imparando a mantenerti immobile, devi occuparti di lasciare che il respiro sia fluido. Inizialmente, sarà di grande aiuto imparare a respirare “di pancia”.
Il respiro nella meditazione svolge un ruolo molto importante: ti aiuta a concentrare la mente su qualcosa che è continuativo e armonizzante: “il respiro sale, il respiro scende”.
Perché concentrarsi sul respiro? La risposta nel prossimo punto.
Osservazione – Non potrai ricevere significativi benefici nella tua pratica di meditazione se non ti eserciti nell’osservazione.
Che cos’è l’osservazione? Con questo termine intendiamo lo sforzo di rimanere vigile e in attenzione alle percezioni del tuo corpo e del tuo respiro, nell’esercizio di osservare cosa accade dentro di te.
Meditando potrai imparare a riconoscere la consapevolezza e sperimenterai i flussi della sua intensità.
Ti potrai così accorgere che un’attimo sei in attenzione, in percezione di te e, un attimo dopo sei in una sorta di stato d’ipnosi, completamente in preda a pensieri senza controllo per poi “risvegliarti subito dopo” e in seguito “riaddormentarti” nuovamente.
Provare per credere? MEDITA.
Il primo grande obiettivo.
Quando inizi a far pratica di meditazione il tuo primo obiettivo, al di là della tua esperienza e capacità. è quello di stare bene, di rilassare il corpo e la mente favorendo un corretto scorrere della tua energia interiore.
Se mediti inizi a stare meglio. Questo è un dato certo.
Per progredire nella tua capacità di meditare, quindi nell’aumentare la durata e la qualità, devi affinare la tua capacità di osservazione.
Mentre osservi e raccogli dati su come funziona la tua mente, imparando a riconoscere in te, i diversi gradi di consapevolezza, ti alleni a migliorare e potenziare ogni volta di più, la tua performance … proprio come vale per qualunque sport.
La meditazione è oggi, sarà domani e dopodomani: una sana abitudine, uno stile di vita per tutti i giorni.
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